Nell’ambito del programma «Progetti modello per uno sviluppo sostenibile del territorio», la Confederazione ha sostenuto progetti di enti locali, regionali e cantonali che miravano a sviluppare approcci innovativi volti a migliorare la qualità di vita, la diversità, la competitività e la solidarietà nelle e tra le regioni, così come previsto nel Progetto territoriale Svizzera. Con questi nuovi approcci si voleva infatti promuovere uno sviluppo sostenibile del territorio, raccogliendo esperienze maturate, utili anche altri attori del ramo e fornire al contempo informazioni capaci di integrare e sviluppare le politiche d’incidenza territoriale della Confederazione.
Per questa terza generazione di progetti modello, sono stati definiti cinque ambiti tematici, tra i quali quello di «Promuovere gli spazi non edificati negli agglomerati». I progetti scelti quali progetto modello dovevano affrontare la tematica degli spazi liberi multifunzionali negli insediamenti e nelle zone di riposo di prossimità negli agglomerati., visto che gli spazi non edificati soddisfano diverse prerogative quali la ricreazione, l’attività fisica e sportiva, il traffico lento, la natura e il paesaggio.
In concreto, lo studio sull’area di svago del Locarnese si inseriva nella politica territoriale delle aree di svago di prossimità propugnata con il Piano direttore cantonale (scheda R9) e di conseguenza il progetto modello “Dall’Europa all’Africa lungo un golena” mirava a sviluppare la messa in rete delle aree pubbliche e degli spazi verdi esistenti grazie all’individuazione di una serie di interventi e di progetti volti a migliorare l’accessibilità degli spazi e ad aumentarne la loro fruibilità.
Il nome
Il nome del progetto “Dall’Europa all’Africa lungo una golena” è legato alla particolare ubicazione del comprensorio che si trova a cavallo della linea Insubrica, una geosutura ben riconoscibile anche nel territorio circostante. Le golene della Maggia e della Melezza si snodano infatti esattamente sul confine tra la placca eurasiatica e quella africana.
Il processo partecipativo
Il processo di pianificazione spaziale deve condurre, partendo dall’analisi dei caratteri ambientali, insediativi, storico-culturali ed economico sociali, alla comprensione degli aspetti caratterizzanti il territorio, al fine di attivare una progettazione in continuità con l’ambiente circostante. Solo così si incrementa il valore del patrimonio territoriale ed urbano di un agglomerato.
Parallelamente a queste valutazioni di tipo tecnico è fondamentale che la popolazione interessata da un intervento possa prendere parte all’iter progettuale già in fase preliminare e non su ipotesi definite a priori: in caso contrario si escluderebbe di fatto la possibilità di partecipare attivamente alla fase progettuale.
In questo senso risulta quindi fondamentale il coinvolgimento tutti gli interessati all’intervento di riqualifica e promovimento dell’area di svago della golena dei Fiumi Maggia e Melezza, già nella fase di analisi delle criticità, in modo da fornire ai progettisti elementi su cui impostare il progetto.
Il coinvolgimento della popolazione deve essere il più ampio possibile e avviene tramite il questionario anonimo. I dati raccolti saranno trattati in forma statistica e posti alla base della proposta progettuale.
Gli obiettivi
Oltre all’obiettivo generale di approfondire, consolidare e attuare le misure del Piano direttore cantonale e del Programma d’agglomerato di seconda generazione del Locarnese, il progetto aveva i seguenti obiettivi:
- migliorare la collaborazione tra i Comuni interessati ad un comprensorio unico sia a livello pianificatorio come pure realizzativo;
- concretizzare sistemi di organizzazione del lavoro semplici ed efficaci, sia a livello di progettazione iniziale, sia a livello realizzativo e gestionaleproporre e testare sistemi innovativi, rapidi ed attrattivi che coinvolgano attivamente la popolazione;
- stimolare la risoluzione accelerata di tematiche di interesse sovracomunale, come la messa in rete delle aree verdi al fine di ottenere un’area di svago di interesse regionale;
- fare in modo che aree destinate allo svago di prossimità siano anche aree attrattive per il turista residente nella regione;
- coordinare la prima fase di attuazione dei progetti.
Dal profilo ambientale, il progetto intendeva proporre delle modalità di gestione e valorizzazione delle importanti componenti naturali presenti nell’area, come pure di quelle agricole. La sfida principale consisteva nel tutelare queste componenti e nel contempo valorizzarle, consentendone un uso (regolato) in termini ricreativi da parte della popolazione locale e dei turisti, in un’ottica di multifunzionalità.
Dal profilo sociale, la sfida consiste va soprattutto nel garantire e valorizzare le caratteristiche del luogo, di area verde e libera facilmente accessibile (soprattutto a piedi e in bicicletta) da buona parte della popolazione dell’agglomerato del Locarnese per un momento di svago, relax o di sport all’aria aperta, creando anche nuove possibilità di incontro e un aumento della fruibilità diquesti spazi.
Il perimetro
L’area di studio si trova nel cuore dell’agglomerato del Locamese e si estende dal Delta del fiume Maggia alle Terre di Pedemonte sulle aree circostanti i fiumi Maggia e Melezza .
Il progetto interessa i Comuni di Locamo, Ascona, Losone, Terre di Pedemonte e Centovalli.
Il Piano direttore cantonale definisce questo perimetro quale “Area di svago di prossimità” (v. scheda R9 del PD: ).
La scheda R/M2 – Agglomerato del Locarnese prevede una serie di “Parchi urbani e aree di svago infrastrutturate” , tra le quali quelli del “Delta della Maggia”, di “Maggia e Melezza (golene)” del “Golf e caserma Losone” e di “Ponte Brolla”, che nel loro insieme ricoprono grossomodo l’intera area di svago di prossimità. Queste misure sono anche inserite nel Programma d’agglomerato di seconda generazione del Locarnese.
Gli attori
Il progetto è gestito e finanziato dai Comuni del comprensorio (Ascona, Locarno, Losone, Terre di Pedemonte e Centovalli) e dall’Ente turistico (OTLMV). Al finanziamento partecipano anche la Confederazione e il Cantone Ticino.
Promotore e coordinatore della prima fase è stato designato l’Ente regionale di sviluppo (ERS).
I servizi cantonali preposti partecipano attivamente al progetto e lo sostengono al fine di garantire la coerenza con gli indirizzi della politica territoriale in materia di aree di svago di prossimità definita dalla scheda R9 del Piano direttore.
La popolazione e le cerchie interessate partecipano al progetto con modalità di partecipazione innovative e aiutano a determinare esigenze e problematiche, suggeriscono soluzioni, esprimono opinioni.
I risultati auspicati
Lo scopo principale del progetto è quello di approfondire, consolidare e attuare le misure del Piano direttore cantonale e del Programma d’agglomerato di seconda generazione del Locarnese.
L’obiettivo è l’elaborazione di un concetto condiviso di sviluppo delle attività legate allo svago e un concetto identitario di definizione di quest’importante comprensorio che si snoda all’interno dell’agglomerato locarnese, tenendo conto delle molteplici vocazioni dell’area: agricola, naturalistica, paesaggistica, ricreativa e turistica.
In particolare lo studio deve:
- analizzare e valutare i contenuti e le problematiche esistenti all’interno del comprensorio;
- elaborare un concetto di sviluppo condiviso delle attività legate allo svago;
- elaborare un concetto unitario che identifichi chiaramente quest’importante comprensorio che si sviluppa all’interno dell’agglomerato del Locarnese;
- elaborare una lista consolidata dei progetti prioritari da attuare a corto termine e un’eventuale lista di tematiche che andranno invece realizzate o affrontate e risolte in un secondo momento;
- presentare una proposta per le procedure riguardanti la realizzazione dei progetti prioritari e per la continuazione dei lavori per quelli non prioritari;
- rafforzare la qualità di vita, la diversità, la competitività e la solidarietà della Svizzera grazie all’attuazione di approcci innovativi che favoriscano l’interdisciplinarietà, ricorrendo alla sperimentazione di nuovi metodi, approcci e procedure, al fine di completare gli strumenti esistenti di sviluppo sostenibile del territorio.